Camatkarasana, molto conosciuta come wild thing, la “cosa selvaggia: la traduzione dall’inglese non rende assolutamente giustizia a questa meravigliosa e romanticissima apertura di cuore. Proprio per questo voglio soffermarmi sulla traduzione diretta dal sanscrito: letteralmente l’estatico dispiegarsi di un cuore rapito. E questa estasi la si percepisce tutta anche solo a guardarlo questo back bend, primo passo verso la scoperta del proprio cuore e quindi anche di se stessi.
A differenza di Urdhva Dhanurasana, il ponte completo, quest’asana è meno profonda, o più correttamente possiamo dire che lascia più spazio e libertà al praticante di eseguirla con la profondità che preferisce.
Quali sono le peculiarità di questa posizione?
Gli arti di un lato del corpo diventano radici profonde dalle quali trarre supporto e stabilità per poter così ricercare e sviluppare l’elevazione. La gamba libera lavora proprio per generare la spinta attraverso le dita del piede e la contrazione del gluteo. Il posizionamento del piede, più o meno vicino alla schiena ne determina la profondità dell’inarcamento. Il cuore si spalanca, rapito dall’estasi ed il braccio proteso oltre la testa rappresenta la ricerca dell’infinito.
Si entra in questa posizione da adho mukha svanasana, da vasisthasana, ma ci si può entrare in maniera dolce e progressiva partendo dalla posizione seduta con una gamba distesa.
Cinque consigli che miglioreranno il tuo camatkarasana:
- Riscalda bene le spalle prima di eseguirla, per poter così usufruire di tutta la spinta e la mobilità che sono in grado di esercitare..
- Usa sempre il respiro, ricordando che prima di eseguire un inarcamento è fondamentale creare distanza tra le vertebre. L’inspirazione accompagnerà la tua entrata nella posizione.
- Cerca di avere tutta la pianta del piede d’appoggio ben attaccata al tappetino, perchè se non avrai stabilità non riuscirai ad elevarti.
- Se non hai confidenza con la posizione, sistema il piede di pinta non troppo vicino alla schiena, così la tua esecuzione sarà più dolce. Poi mano mano che la praticherai, potrai via via spostarlo sempre più indietro.
- Per dare più enfasi all’apertura del petto puoi posizionare il palmo della mano libera dietro la nuca, con il gomito piegato. La scapola così, spingerà contro le costole posteriori della gabba toracica, ed il petto ben aperto sarà libero da qualsiasi tensione.
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